756Views

Running Point, la recensione su Almanacco Cinema
È disponibile da qualche giorno su Netflix la serie ispirata alla presidente dei Lakers Jeanie Marie Buss (e a Ted Lasso). Running Point scorre e incuriosisce.
La nuova serie targata Netflix Running Point, sin dalle prime scene, ha il sapore di qualcosa che già conosciamo. Sarà che riprende in moltissimi aspetti una serie amatissima come Ted Lasso, sarà Kate Hudson in un ruolo brillante che le calza benissimo, ma l’effetto è sin da subito accogliente.
A ispirare Running Point è la storia di Jeanie Marie Buss, attuale presidente dei Los Angeles Lakers, che prese le redini della squadra dopo la morte di suo padre, Jerry Buss. Il progetto, nato alcuni anni fa, ha da subito visto Mindy Kaling (The Office) nel team creativo, e la stessa Buss nei panni di executive producer. A Kaling si sono poi aggiunti Ike Barinholtz e David Stassen in qualità di showrunner.
La serie comedy è composta in questa prima stagione da dieci episodi di trenta minuti e affronta, attraverso il microcosmo di una società sportiva, tematiche universali con umorismo, ma anche con una certa sensibilità.
Running Point, la trama
Dopo la morte del capostipite dei Gordon, i suoi quattro figli sono passati alla guida della celebre squadra dei Los Angeles Waves, che milita nel campionato americano NBA. Cam, il maggiore, è il presidente della squadra. Sandy, laureato in economia, ne è il direttore finanziario, mentre Ness, ex cestista, è direttore generale.
Isla, invece, considerata in passato la pecora nera della famiglia, dopo alcune disavventure è stata inserita forzatamente nella squadra come responsabile delle attività di beneficenza. Quando Cam è costretto ad abbandonare la presidenza per riabilitarsi a causa della sua tossicodipendenza, a sorpresa, nomina come sua sostituta proprio l’inesperta sorella.
Isla, inizialmente incredula, accoglie con entusiasmo questo nuovo ruolo. Durante la stagione dovrà fare i conti con un ambiente ad appannaggio quasi esclusivo degli uomini, smantellare i pregiudizi nei suoi confronti, e gestire contemporaneamente i giocatori, gli sponsor, i media, ma anche la sua apparentemente serena vita privata.
I personaggi e il cast di Running Point
Protagonista assoluta di Running Point è la Isla Gordon di Kate Hudson. L’attrice torna in un ruolo brillante, che le rende giustizia e le permette di esprimere al meglio le sue doti tanto nella commedia quanto nelle scene più sentimentali.
Isla è una donna determinata, solo apparentemente superficiale, mossa spesso da uno spirito di rivalsa femminile. La misoginia di cui è vittima, a partire dai suoi stessi fratelli, non la intimorisce, anzi sembra caricarla. Inoltre, la sua sensibilità, il suo essere “diversa” da chi l’ha preceduta al comando, diventa il suo valore, la chiave per dare nuova linfa alla società.
Al suo fianco nei ruoli manageriali ci sono i suoi fratelli Sandy e Ness. Sandy, interpretato da Drew Tarver, è direttore finanziario della squadra. Nevrotico, cinico e spesso spietato, è fidanzato in segreto da oltre un anno con Charlie. All’inizio della stagione si presenta come il più stereotipato tra i personaggi (ricorda un po’ il Mitchell di Modern Family). Tuttavia, il plot romantico a lui dedicato farà emergere lati più emotivi e interessanti.
Ness (Scott MacArthur), invece, meno equilibrato del fratello, è l’animo sensibile della famiglia e anche il personaggio più bizzarro di Running Point. Ex cestista proprio per gli Waves, ha vissuto la squadra in ogni suo aspetto. È felicemente sposato, ma il lavoro finirà per mettere in crisi il suo matrimonio.
A completare il parterre di personaggi, oltre ai giocatori, ci sono Ali, direttrice dello staff interpretata da Brenda Song (la London Tipton di Zack e Cody al Grand Hotel) e Jackie Moreno (Fabrizio Guido), venditore allo stadio che avrà un’inaspettata sorpresa nel corso della stagione.
Una sceneggiatura ricca di riferimenti al pop
Dal punto di vista stilistico e di scrittura Running Point è un’opera fresca e dinamica. La fotografia è luminosa, elegante, e ben rende l’atmosfera del lusso losangelino. D’altronde la trama ci porta all’interno di una ricca famiglia californiana, per cui ci ritroviamo in spazi grandi, moderni, e nella movida altolocata di Los Angeles.
La sceneggiatura, come spesso accade nelle serie comedy, è costellata da riferimenti al pop, sia attualissimi che nostalgici. Vengono citate star, saghe di culto come John Wick, e sul finale c’è anche un inaspettato cameo davvero speciale. La scrittura è scorrevole, piacevole e riesce a convincere anche nei momenti meno leggeri.
Il confronto con Ted Lasso
Per chi ha visto la pluripremiata serie Ted Lasso, ideata da Bill Lawrence e Jason Sudeikis, è quasi impossibile non fare un confronto guardando Running Point. Il passo deciso di Kate Hudson, sempre in completi chic ed elenganti, tra i corridoi della Casa dei Waves non può non ricordare agli affezionati l’iconica Rebecca Welton, interpretata da Hannah Waddingham.
Tanti personaggi appaiono ispirati al team Lasso: il veterano burbero che diventa leader, la testa calda della squadra, il giornalista che mette i bastoni fra le ruote, ma anche l’outsider che si ritrova improvvisamente in un mondo nuovo ed entusiasmante non avendo i mezzi per sostenerlo (Jackie non può non farci pensare a Nate).
E poi lo sport e le questioni meramente economiche, la misoginia di cui sono vittime le donne al potere, e i problemi di salute mentale ai quali vanno incontro molti atleti a grandi livelli. Tematiche che tornano e con le quali gli shorunners provano a mixare, proprio come in Ted Lasso, la comicità e il dramma.
A essere onesti Running Point risulta comunque una copia sbiadita, ma forse non per proprio demerito, quanto per il fatto di prendere spunto da una delle serie più riuscite degli ultimi anni. Se Ted Lasso riusciva a farci passare dalla risata autentica alla lacrima, Running Point, almeno per ora, si mantiene su un equilibrio più tiepido, meno stupefacente e meno efficace, che però non ci impedisce di sperare per il futuro.
In conclusione
Running Point è un buon prodotto, scorrevole, grazie anche alla durata breve dei singoli episodi, e che riesce a intrattenere. Inoltre, sia per genere che per tematiche è una serie adatta un po’ a tutti. Si parla di sport, di famiglia, di relazioni, con ironia ma anche provando (e a volte riuscendo) a scendere più in profondità.
A brillare, in mezzo a un cast di ottimo livello, c’è sicuramente Kate Hudson. La sua interpretazione di Isla Gordon è precisa, divertente, sexy e accattivante. Inoltre, vederla con indosso gli stessi colori dei Knicks per i fan di How to Lose a Guy in 10 Days sarà un momento revival sicuramente apprezzato.
Con Running Point Netflix presenta una serie leggera con personaggi che iniziano però, soprattutto verso le ultime puntate, a essere più complessi e interessanti. Non è l’esordio spettacolare della prima stagione di Ted Lasso ma, considerando il finale che lascia molto più che aperta la possibilità di un rinnovo, la seconda stagione potrebbe ripartire su ottime basi.
Tutti e dieci gli episodi della prima stagione di Running Point sono disponibili su Netflix a partire dal 27 febbraio.
1 Comments
Comments are closed.