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Berlinguer - La Grande Ambizione, la recensione su Almanacco Cinema

Festa del Cinema di Roma: Berlinguer – La grande ambizione, la recensione

Apre la XIX edizione della Festa del Cinema di Roma “Berlinguer – La Grande Ambizione” di Andrea Segre con Elio Germano: dal 31 ottobre al cinema.

Berlinguer – La grande ambizione non è un biopic, questo va specificato. Per quanto il film ci racconti tanto dell’uomo e del politico che è stato Enrico Berlinguer, questo film non è una biografia.

Andrea Segre fa una scelta molto specifica, ci racconta uno spaccato della vita del segretario del Partito Comunista Italiano, il periodo più importante probabilmente, che va dal 1973 al 1978.

Si parte dal colpo di stato in Cile, che ha visto il rovesciamento del governo del socialista Salvador Allende, fino al rapimento e all’uccisione del segretario della Democrazia Cristiana Aldo Moro (interpretato da Paolo Pierobon). Cinque anni nella vita di Enrico Berlinguer, politico, marito, padre e uomo.

Il film si apre con una citazione di Antonio Gramsci, il fondatore del Partito Comunista d’Italia: “Di solito si vede la lotta delle piccole ambizioni, legate a singoli fini privati, contro la grande ambizione, che è indissolubile dal bene collettivo”. Una frase che sembra voler racchiudere in sé il senso non solo degli ideali comunisti del quale Berlinguer si fa portavoce, ma anche e soprattutto il senso del film stesso.

Gli anni 60 e 70 sono stati per il PCI anni memorabili ma anche ricchi di tensioni e divisionismo. Sono gli anni del “Compromesso Storico” con Berlinguer che piano piano, sulle orme di Palmiro Togliatti, si allontana dal comunismo dall’Unione Sovietica di stampo più individualista, per proporre in Italia un accordo con la Democrazia Cristiana di Moro e tentare di salire con quest’ultima al governo.

In questo clima Enrico Berlinguer ha una grande ambizione, forse troppo svelta e sbrigativa rispetto a quella che l’Italia di quel periodo può realmente gestire. Segre ci racconta il contesto di quel tempo con immagini di repertorio, alternando la finzione del recitato alla realtà dei materiali d’archivio.

 Berlinguer - La Grande Ambizione, la recensione su Almanacco Cinema

L’impronta del regista

Andre Segre è un regista di cinema documentario, e si vede. Il tono del film è decisamente didascalico, con una voluta e ricercata accuratezza storica. Le scene vengono segnalate con data e luogo e così anche i personaggi ci vengono presentati con una didascalia che ci mostra il nome. Una contestualizzazione sempre puntuale e precisa, è facile orientarsi storicamente e non perdere il segno.

Andrea Segre e Marco Pattaneo (sceneggiatori) hanno lavorato alla sceneggiatura partendo dal libro Eppure il vento soffia ancora. Gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer di Piero Ruzzante e Antonio Martini, ma anche su tantissimo materiale di repertorio, tra cui trascrizioni delle riunioni del patito e appunti dello stesso Berlinguer. Tante sono state poi le voci dirette che hanno raccontato di Enrico Berlinguer: interviste a familiari, amici e ex compagni del partito.

“Nessuno parlava male di Berlinguer, tutti si commuovevano raccontando di lui, perché tutti lo amavano. Drammaturgicamente è stato complicato da costruire come personaggio, poiché sembrava non avere difetti” ha detto Marco Pattaneo in conferenza stampa.

Ed è proprio in questo che il film sembra carente: nel farci provare empatia per il protagonista. Ci troviamo davanti a un uomo apparentemente perfetto, la reincarnazione del mito che era e ancora oggi è Enrico Berlinguer. Una figura politica forte che ha sempre messo al primo posto la comunità italiana, un politico che ambiva davvero a rinnovare quella “democrazia zoppa”, come lui stesso la definiva. È la mancanza di equilibrio tra difetti e pregi che rende difficile empatizzare con lui, anche nel momento più buio, in cui gli viene comunicato del rinvenimento del corpo di Aldo Moro.

Forse solo nelle scene di vita domestica lo vediamo in una forma più umana, mentre si imbarazza a parlare del suo passato, mentre scherza e gioca con i figli o si arrabbia con loro per qualche parolaccia. C’è da chiedersi se questo ritratto di Enrico Berlinguer sia accurato o se invece sia sfalsato, il risultato del ricordo di una figura quasi mistica, priva di imperfezioni, ormai un’icona della cultura di massa.

Il Berlinguer di Elio Germano

A vederlo sullo schermo, il Berlinguer interpretato da Elio Germano sembra voler fare meno rumore possibile, pur essendo conscio di star “smuovendo le montagne”. Sempre un po’ ricurvo su sé stesso, esile e contenuto, con il capo chino sul lato.

Le uniche volte che lo si vede dritto, sicuro e risoluto è quando parla ai comizi, davanti alle folle o ai rappresentanti dei partiti comunisti d’Europa.

Elio Germano ha sicuramente lavorato tanto sulla voce e sull’atteggiamento, ma come lui stesso ha precisato in conferenza stampa: “non c’era l’intenzione di caratterizzarlo troppo esteriormente, ma volevamo piuttosto approfondire qualche dettaglio della sua persona”.

Berlinguer - La Grande Ambizione, la recensione su Almanacco Cinema

Enrico Berlinguer: politico, marito, padre e uomo

C’è tanta politica in questo film, giustamente, così tanta che si aspettano i momenti del Berlinguer in famiglia per tirare un sospiro di sollievo e alleggerirci.

In Berlinguer – La grande ambizione è come se vedessimo due facce della stessa persona: da una parte l’uomo politico che con voce sicura parla alle folle, dall’altra l’uomo più mite e pacato tra le mura della sede del PCI in via delle Botteghe Oscure, o il marito e padre di famiglia, amorevole e affettuoso.

È sereno e armonico il rapporto di coppia con sua moglie Letizia Laurenti (interpretata da Elena Radonicich) e con i figli Bianca, Maria, Marco e Laura. Sono momenti teneri, quelli che ci vengono mostrati della quotidianità di Berlinguer. Una vita semplice: marito e moglie che si raccontano cosa hanno sognato la notte prima, un padre che si prende del tempo con i figli per andare a fare un giro in barca.

I figli di Berlinguer sono molto attenti alla situazione politica e sociale e ben consci del ruolo che il loro padre ricopre. Triste e amara è la scena in cui si trova costretto a prepararli all’eventualità che anche lui, come Aldo Moro, potrebbe venir rapito, e chiede loro di rimanere coerenti ai suoi ideali e non trattare con i terroristi per un eventuale scambio o riscatto.

Alla fine del film, c’è una scena molto intima e toccante: Berlinguer scrive una lettera a sua moglie Letizia in occasione del loro anniversario. Le chiede scusa per non essere spesso presente con la famiglia, per non esserle spesso accanto, per non essere quel “grigio funzionario” che lei avrebbe voluto sposare. La ringrazia per la comprensione e per tutti quei modi che lei ha nel correggerlo e punzecchiarlo, atteggiamenti che lui definisce “una delle forme più pure d’amore”. Traspare un uomo grato e genuino, consapevole di ciò che ha, di ciò che ha dato e di ciò che potrebbe ancora dare.

Si conclude qui il recitato e si passa a un epilogo con i video di repertorio dei suoi funerali, il 13 giugno 1984 a Roma. Parteciparono quasi un milione e mezzo di persone, tra le quali si scorgono tanti volti noti, da Sandro Pertini a Marcello Mastroianni.

Un film didattico

Alla fine della proiezione, nella sala Sinopoli all’anteprima per la Festa del Cinema di Roma, ci sono stati applausi ma anche del brusio. Il pubblico sembrava diviso: alcuni lo hanno apprezzato, altri meno.

Era evidente che tra i “delusi” vi erano soprattutto persone che gli anni ’60, ’70 e l’epoca del compromesso storico lo hanno vissuto in prima persona. Qualcuno ha definito il film “troppo scolastico”, altri lo hanno trovato “noioso”.

Al contrario, i commenti dei più giovani, probabilmente venuti a conoscenza di Berlinguer solo a scuola o in famiglia, sono stati decisamente più positivi.

Berlinguer – La grande ambizione è un film decisamente didattico, uno di quei film che sarebbe giusto e doveroso far vedere agli studenti. È giusto riconoscere l’accuratezza storica del film, che potrebbe tranquillamente diventare materiale di studio, al pari di un libro di storia. Il regista stesso ha parlato di essere propenso ed entusiasta a proiettare il film per le scuole.

 

Berlinguer – La Grande Ambizione è stato prodotto in Italia, Belgio, Bulgaria da Rai Cinema, Vivo film, Jolefilm, Tarantula (Belgio), Agitprop (Bulgaria) e distribuito da Lucky Red. Uscirà nelle sale italiane giovedì 31 ottobre.

Recensione a tre stelle su Almanacco Cinema

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