121Views

Il cinema di Ingmar Bergman: Piove sul nostro amore
Per la rubrica settimanale Il cinema di Ingmar Bergman, oggi parliamo de Piove sul nostro amore, film del 1946 girato poco dopo l’insuccesso di Crisi.
Bergman in quegli anni alle primissime esperienze da regista, si rese subito conto che il suo debutto cinematografico con Crisi, era stato accolto freddamente dalla critica. Per il suo secondo film, una piccola casa di produzione svedese gli affidò il progetto che uscì il 9 novembre del 1946 e fu accolto con freddezza sia dal pubblico che dalla critica.
Piove sul nostro amore
Piove sul nostro amore è una pellicola interessante, sia perché è la prima volta che il regista si confronta con una coppia, sia per gli elementi che fanno parte del film. È la storia di due ragazzi giovani, che si incontrano per caso, entrambi con un passato segnato: lui ha commesso un piccolo reato, lei si sente oppressa da una gravidanza inattesa e non desiderata, frutto di un incontro fugace.
I protagonisti si trovano a far fronte alle difficoltà quotidiane, non hanno un tetto sicuro dove vivere e i problemi aumentano, sempre di più. Come se non bastasse, dopo varie vicissitudini, il ragazzo, ingannato dal padrone di casa e ostacolato dalle complicazioni burocratiche legate al matrimonio, finisce per colpire un ufficiale comunale che gli aveva intimato lo sfratto. Viene processato, ma alla fine assolto.
Oggetti
Il regista trae ispirazione dal cinema francese di quel periodo, Piove sul nostro amore va oltre la semplice narrazione romantica e propone uno sguardo crudo sulla Svezia negli anni del dopoguerra. I personaggi con una connotazione buona e giusta appartengono alle classi più povere della società: i due ragazzi, i vagabondi e la vicina Ledin. Al contrario, le istituzioni appaiono spesso come personaggi negativi. C’è di buono che Bergman non condanna e non assolve mai del tutto i protagonisti delle sue storie e in qualche modo riesce a far emergere un ottimismo di fondo che va contro le convenzioni sociali.
Il carillon che compare nei fotogrammi iniziali diventa un oggetto chiave di questa storia, mentre l’alternanza di momenti estremamente drammatici mischiati ad alcuni fortemente ironici crea un ritmo particolare. Ritroviamo tocchi fiabeschi, come la coppia di vagabondi che fanno assumere alla vicenda una forza morale preponderante. In questa pellicola esce fuori la prospettiva “proletaria” di Bergman, una sfumatura che sarà difficile ritrovare nei successivi film, che qui contribuisce a modellare le esperienze e le convinzioni dei suoi personaggi.
1 Comments
Comments are closed.