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Scorsese racconta Scorsese: The Departed
Dopo appena sei anni dal 2000, Scorsese realizza il suo primo capolavoro del nuovo secolo e lo fa tornando ad un genere a lui familiare con The Departed.
Dopo una striscia positiva al botteghino, con Gangs of New York prima e The Aviator poi, Martin Scorsese sembra aver capito la formula per compiacere i suoi interessi personali, le incessanti voglia della critica e la spinta insaziabilità del pubblico. Ma capisce anche che la sua forza non sta nel replicare qualcosa di già fatto, ma di riproporlo sotto una nuova luce, la sua luce. Che sia un documentario o un lungometraggio di finzione.
Di occasioni per vincere un’Oscar ne ha avute tante, ma a Scorsese è sempre interessato poco, al contrario di Hollywood. Ma se in Italia abbiamo registi come Gabriele Muccino che si ritrovano sempre a piagnucolare perchè non viene – giustamente – candidato ai David per i suoi lavori, il ruolo del regista non dovrebbe avere come obiettivo ultimo la competizione. Non è una gara, non ci sono vincitori netti. E se ce ne fosse uno, sarebbe Martin Scorsese.
No Direction Home
Come già dimostrato poco prima, ma come anche ci terrà a provare più tardi nella sua carriera, Scorsese è da sempre stato un grand appassionato di arte e di musica. Il suo uso della colonna sonora, estramamente opposto alla musica cosidetta diegetica, ne ha caratterizzato lo stile, rendendo più che memorabili la maggior parte delle sequenze dei suoi film, incrociando stili e culture diverse.
No Direction Home è il documentario che gira nel 2005 sulla vita – dagli esordi nei primi anni ’60 al breve ritiro dopo l’incidente motociclistico del 1966 – del menestrello del popolo e poeta più influente dello scorso secolo: Bob Dylan. E come già abbiamo potuto appurare da tutti i suoi lavori precedenti – anche da quelli futuri – il maestro gira in modo decisamente personale. Ciò che succede nella pellicola, è suo. È già successo. Questa connessione di anime con i propri personaggi, lo pone su un piano di elevata alchimia con l’opera che gira. Lo stesso discorso vale per Dylan e la sua rivoluzione-evoluzione.
The Departed
La Warner Bros. e Brad Pitt acquistano i diritti di un capolavoro di Hong Kong dal nome Infernal Affairs. William Monahan ne scrive un’adattamento. La sceneggiatura viene presentata a Scorsese, che accetta di girarla. Così nasce The Departed, una storia che si presuppone di essere un resoconto fortemente parziale e fittizio della Walter Hill Gang di Whitey Bulger ed un rifacimento implicito in piena salsa statunitense di Infernal Affairs stesso.
Seguiamo le storie di due opposte linee di infiltrati: da un lato Billy – Leonardo DiCaprio – un poliziotto che si imbosca nel mondo criminale della South Boston di Frank Costello – l’ultima grandiosa performance di Jack Nicholson; dall’altra parte, Colin – Matt Damon – un’importante scagnozzo di Costello che riesce a scalare i ranghi della polizia. In mezzo a loro, Madolyn – Vera Farmiga – la donna che attrae come un magnete entrambe le calamite, insieme ad un’intrigante insieme di comprimari della polizia e del crimine – Mark Wahlberg, Alec Baldwin, Martin Sheen, Ray Winstone, James Badge Dale.

Gatti e topi
Avete presente quella scena di Heat, in cui i personaggi di Robert De Niro ed Al Pacino si trovano faccia a faccia per la prima volta? Parlano del fatto che entrambi siano due diverse facce della stessa medesima medaglia, ma sono uno l’opposto dell’altro. Così sono Billy e Colin. Così è divisa la vita, tra gatti e topi, vincitori e perdenti, bene e male.
Bene, male. Sacro, profano. Domenica in chiesa, lunedì all’inferno. Quando hai una pistola davanti a te, c’è davvero così tanta differenza? Alla fine dei conti, forse qualche differenza c’è. Ma viaggiamo tutti nello stesso mare stagnate di imprevedibilità e destino. Intrinsecamente a ognuno di noi c’è un animo, ma Scorsese ci mostra come lo si può cambiare e come si può cambiare. Oltre a tutto.
Alla ricerca di un’identità
Dalla stessa radice, possono nascere fiori diversi. Tutti provengono dalla stessa realtà, ma non sono uguali, e le loro azioni sono imprescrittibilmente speculari ma opposte. In un mondo anomalo e polarizzante, si divide tutto in due. Billy e Colin hanno entrambi una figura paterna, Queenan e Costello, uno l’antitesi dell’altro. Eppure, entrambi sono lasciati a sè stessi, sedotti ed abbandonati, in cerca di una identità.
Il loro destino è già segnato, e loro non lo sanno, ma lo sentono. Pensate al famosissimo fun fact sul fatto che ogni persona che poi muore nel film, viene ritratta con una X durante la durata della pellicola. Scorsese veniva dallo stesso ambiente di John Gotti, ma il loro destino e le loro azioni li differiscono. Martin Scorsese compie il suo destino e vince il tanto atteso premio Oscar, definendo già il nuovo proficuo millennio del maestro assoluto del cinema.
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